L’identità personale, secondo la psicologia e le scienze sociali, rappresenta l’insieme delle caratteristiche di un individuo in relazione al contesto sociale in cui si sviluppa. È un costrutto culturale e sociale, frutto di scelte, adesioni e costruzioni consapevoli o meno. La protezione di questa identità è fondamentale per tutelare l’interesse del soggetto a essere rappresentato con veridicità nelle sue relazioni sociali, evitando travisamenti della sua persona.
L’identità digitale: una nuova dimensione di sé
L’identità digitale è la rappresentazione di un individuo attraverso i dati raccolti e registrati in forma digitale. Questo concetto è stato sviluppato inizialmente da Roger Clarke nel 1994 e successivamente riformulato da Arnold Roosendaal nel 2013. Roosendaal ha evidenziato come l’evoluzione di internet e l’automazione dei processi abbiano modificato il contesto d’uso dei dati digitali, rendendo necessaria una visione più complessa dell’identità digitale.
Profili giuridici e tutele normative
Il Decreto SPID del 2014 definisce l’identità digitale come la rappresentazione informatica della corrispondenza biunivoca tra un utente e i suoi attributi identificativi, verificata attraverso l’insieme dei dati raccolti. La tutela giuridica dell’identità digitale si articola in due principali aspetti: la privacy, che protegge i dati reputazionali e di immagine dell’utente, e la sicurezza informatica, che salvaguarda l’autenticazione e l’identificazione informatica.
Il GDPR e il Codice della Privacy
Il GDPR e il Codice della Privacy stabiliscono principi e garanzie per mantenere il controllo sui dati personali. Il trattamento dei dati deve essere lecito, corretto e trasparente, e il consenso dell’interessato è fondamentale, specialmente quando il trattamento dei dati può incidere sulla libera determinazione dell’individuo. Particolare attenzione è riservata ai dati sensibili, come quelli relativi alla salute o ai precedenti penali.
Il furto di identità digitale: modalità e conseguenze
Il furto di identità digitale comporta l’acquisizione illecita di dati personali per commettere ulteriori reati o sostituirsi all’utente nel web. Questo fenomeno è in crescita, con modalità sempre più sofisticate. Il furto d’identità digitale viene punito tramite due principali fattispecie delittuose: la sostituzione di persona (art. 494 c.p.) e la frode informatica (art. 640ter, comma 3, c.p.). Quest’ultima, aggravata dal furto di identità, prevede pene severe per chi altera sistemi informatici per ottenere un ingiusto profitto.
La diffusione dei profili fake sui social network
L’uso di profili falsi su piattaforme come Facebook è un fenomeno dilagante. Questi profili vengono creati per spiare, bullizzare, estorcere denaro o commettere altri reati. Per tutelarsi, gli utenti devono segnalare gli abusi ai servizi di assistenza dei social network. Il furto di identità sui social network può avere gravi conseguenze, sia reputazionali che finanziarie.
Un furto d’identità ogni 20 minuti
Il furto di identità è una componente significativa del cybercrime globale. Secondo dati del CIFA e del CRIF, in Italia il settore più colpito è quello del credito al consumo, con oltre 27.000 casi di frodi creditizie nel 2018. Le tecniche di furto variano dallo skimming al phishing, richiedendo agli utenti una maggiore attenzione nella gestione delle proprie informazioni personali.
Consigli utili per proteggere i propri dati
Per ridurre il rischio di furto d’identità, è essenziale adottare alcune misure di sicurezza: scegliere password complesse, evitare di comunicare dati personali via email e accedere ai social network solo da browser sicuri. Questi accorgimenti, seppur non infallibili, possono contribuire a proteggere la propria identità digitale.
Conclusioni
La protezione dell’identità digitale richiede un approccio integrato che combini tecniche di sicurezza informatica e normative giuridiche. È fondamentale che gli utenti mantengano il controllo sui propri dati personali per evitare rischi connessi al furto d’identità e costruire un’identità digitale coerente con la propria immagine. La legge penale deve evolversi per affrontare adeguatamente questa nuova forma di criminalità, garantendo una tutela efficace contro le aggressioni all’identità digitale.